«Pensare con le nostre orecchie offre l’opportunità di aumentare le nostre immaginazioni critiche, di comprendere il nostro mondo e i nostri incontri con esso secondo molteplici registri di sentimento. Pensare nell’ambito di una “democrazia dei sensi” significa che nessun senso è privilegiato rispetto agli altri».
Il progetto sul paesaggio sonoro veneziano, attualmente in corso di svolgimento, nasce all’interno del laboratorioarazzi, ciclo di seminari sulla musica elettroacustica promossi dall’Istituto per la musica della Fondazione Giorgio Cini di Venezia. La mappatura dei suoni della città lagunare vuole essere un’esperienza multiforme: ‘ecologica’, nel senso di relazione ed equilibrio uomo/ambiente; didattica, con il coinvolgimento degli studenti durante le sessioni di ripresa del suono; performativa, nel momento in cui i materiali sonori raccolti vengono utilizzati come «campioni» da elaborare dal vivo con strumenti elettroacustici; compositiva, tramite la realizzazione di brani musicali basati sui, o ispirati ai, suoni registrati; filosofica, poiché, come suggerisce Jacques Attali nel saggio Bruits del 1977, «il mondo non si guarda, si ode». Il suono del paesaggio sonoro ha valore documentario, concreto, di testimonianza, di salvaguardia del patrimonio antropico – si pensi che certi suoni potremmo non sentirli più, come quelli, ad esempio, legati a certe attività artigianali – e naturale, ma può anche essere utilizzato, manipolato, trasformato, da elaborazioni elettroacustiche.
Fino a oggi sono state effettuate varie sessioni di registrazioni, in collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia guidati dal docente di Sound design Davide Tiso, gli studenti del Conservatorio di musica «C. Pollini» di Padova guidati dal docente di Elettroacustica Matteo Costa e gli studenti del Conservatorio di musica «B. Marcello» di Venezia guidati dal docente di Musica elettronica Paolo Zavagna, per riprendere, fra gli altri, suoni di acqua, campane, l’attività all’interno di uno squero e di una vetreria, animali, vaporetti, barche, vociare, passi nelle calli e tanti altri. A questa prima fase di riprese seguiranno altre sessioni di registrazioni in particolari condizioni climatiche, atmosferiche, stagionali e in particolari momenti della giornata o in particolari occasioni festive e/o istituzionali.
Al progetto di mappatura sonora di Venezia partecipa anche il fotografo Riccardo Zipoli, che ha accettato la sfida di ‘fotografare il suono’, e le cui immagini colgono aspetti visivi dei meccanismi fisici che producono le onde sonore: dettagli di campane che diventano figure astratte – mai però completamente slegate dall’oggetto raffigurato in modo da renderlo comunque riconoscibile –, particolari del getto di una fontana o di vaporetti che attraccano sono solo alcuni esempi delle sue fotografie. Anche la regista Alberta Ziche, che ha seguito tutte le fasi del lavoro e realizzerà su di esso un documentario di cui si può vedere un breve estratto in anteprima su http://vimeo.com/17981041, ha partecipato con entusiasmo al progetto fin dalla sua nascita.
I suoni registrati verranno inseriti nel sito http://www.veneziasoundmap.org, attualmente in fase di realizzazione.
(Fonte: G. Morelli – P. Zavagna)