Presso Fondamenta Zattere (Dorsoduro 47) a Venezia, è in corso una doppia esposizione: la mostra fotografica “Sguardi dalla rinascita di un palazzo” e l’installazione luminosa “Liquida”.
La mostra fotografica prende il via dai lavori di restauro di Palazzo Van Axel.
Palazzo Soranzo Van Axel, costruito nel 1473 dove un tempo sorgeva un edificio bizantino, è un palazzo gotico di rara bellezza che si sviluppa per circa 4000 mq su una delle più belle insulae veneziane nelle immediate vicinanze della Chiesa di S. Maria dei Miracoli.
Un tempo residenza dei Van Axel, ricca famiglia di mercanti tessili fiamminghi, è ancora oggi una delle più affascinanti e imponenti proprietà private della città.
L’edificio è caratterizzato da due corti interne e due porte d’acqua, all’interno una grandiosa scalinata decorata con piccoli busti in pietra conduce ai piani nobili.
Il Palazzo è stato oggetto di un meticoloso intervento di restauro conservativo volto a valorizzare la sua unicità di residenza rimasta integra nel suo originario assetto costruttivo ponendosi come fine la flessibilità d’uso, peculiarità caratteristica del palazzo sin dalla sua origine.
RE:VIVI
Entrare in un Palazzo veneziano significa proiettarsi in un mondo a sé stante, un organismo quasi completamente indipendente da ciò che lo circonda, con ambienti destinati al lavoro, alla servitù, al ricevimento, alla vita privata.
Sviluppati su più livelli, dal fontego a salire verso i piani superiori, gli spazi si susseguono intersecandosi, parti di un insieme, ognuno a servizio di una precisa funzione, ideato, disegnato, costruito, vissuto. Le innumerevoli porte, gli accessi più o meno evidenti, diventano capitoli di un racconto complesso e ricchissimo, fatto di voci e rumori che li hanno attraversati negli anni, di silenzi.
L’acqua, che penetra sotto alle porte affacciate sul canale, instaura un dialogo ininterrotto con l’ambiente circostante, a ricordare ciò che scorre fuori dalle mura così come al loro interno; la luce però arriva più in profondità, disegna lo spazio e le sensazioni, rivela e nasconde, aggredendo le superfici o accarezzandole appena, mutevole ma inevitabile come il tempo.
RE:VIVI è l’osservazione di un processo di rinascita che porta al presente.
L’approccio al recupero è attento e minuzioso: lo studio e la ricostruzione storica devono precedere ogni tipo di intervento, le azioni intuire e adattarsi all’imprevisto, alla circostanza emersa, all’elemento svelato.
I suoni e le parole si espandono nell’estensione di saloni e stanze vuote, della musica proviene da una piccola radio appoggiata sul pavimento: restauratori, tecnici e operai sono i nuovi inquilini del Palazzo.
Gli oggetti del loro lavoro diventano testimoni di una presenza tanto provvisoria quanto fondamentale. Un’interazione momentanea che, nella precarietà dei suoi equilibri, sottolinea il passaggio di trasformazione, la connessione del passato con la sua proiezione futura.
Le immagini qui presentate vogliono essere un ringraziamento a queste persone, che concluso il loro compito raccoglieranno gli attrezzi e proseguiranno nel loro percorso, lasciando il Palazzo alla sua nuova vita.
Fotografie di Andrea Scaramuzza
www.andreascaramuzza.com
LIQUIDA
Liquida è parte e prosequio dell’installazione realizzata alla galleria Fragile di Milano in occasione del salone del mobile 2016.
Liquida approda a Venezia, la città liquida, in concomitanza con la Biennale di Architettura 2016.
Liquida è un’istallazione plastica in “plastica” nella città del “vetro”.
Liquida, a ridosso del canale della Giudecca, è un acquario abitato da strani esseri sottacquei fluttuanti in una fluidità virtuale che ne modifica le sembianze.
Liquida è una collezione di lampade e vasi “figurativi” che si rifà esplicitamente al mondo sottomarino; ma in realtà il vero tema della mostra è “la trasformazione”, “la differenza”, “l’imprevisto”, “la non riproducibilità”.
Il progetto Liquida è un progetto di “quasi-design-pre-tecnologico”, in un momento nel quale il design è invece principalmente macchine a controllo numerico, stampi e stampanti in 3D.
Il “quasi-design” è l’oggetto non replicabile, non riproducibile identico a se stesso.
Liquida è il progetto dell’imprevisto e dell’imprevedibile.
Se il design è per definizione riproduzione dell’identico e l’idea stessa del design nasce dall’esigenza di controllo totale dell’oggetto finito, preconizzando un mondo di oggetti omogenei e ottimali, replicati e replicabili-che si tratti di arredo o elettrodomestici, hitech o automobili- Liquida è invece continua variazione sul tema, e se l’incongruenza nel design è errore, in Liquida è ricchezza e molteplicità.
Nella collezione Liquida, l’oggetto è il risultato di un connubio tra idea iniziale e casualità finale; il tipo di lavorazione, la termoformatura, senza uso di attrezzature specifiche e stampi, non consente di controllarne in toto la forgiatura ma è la materia stessa nel suo auto modellarsi a definirne l’aspetto ultimo.
Liquida è un’onda sinusoidale, un’istallazione barocca, un mondo sottomarino fluttuante, un’utopia formale, un’allucinazione visiva, è deformazione e trasformazione della realtà,
Liquida è metafora e simulazione dell’organico, del movimento, della sinuosità, del plasmare la materia, della trasformazione della materia, della vita insita nella materia, del mutamento, della casualità, della sensualità, dell’ingestibile, della fluidità musicale, dell’indefinibile.
Liquida è una ricerca sulla complessità delle geometrie curvilinee, nelle loro infinite declinazioni.
Marzio Rusconi Clerici
rusconi.marzio@fastwebnet.it
Venezia, Dorsoduro 47 Fondamenta Zattere
Fino al 28 giugno 2016