Fino al 19 giugno 2016, presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia, è ancora possibile visitare l’interessantissima mostra dedicata al più grande editore di tutti i tempi: Aldo Manuzio.
Nato in un paesino della campagna laziale in una data imprecisata tra il 1449 e il 1452, arriva a Venezia quarantenne. Fino a quel momento aveva sempre solo svolto il mestiere di insegnante di greco e latino. Qui si inventa un nuovo lavoro. Trova dei soci finanziatori e avvia quella che è destinata a restare per sempre la più grande rivoluzione nella storia dell’editoria.
La mostra si articola sui vari aspetti della sua attività, non solo editoriale, con didascalie, libri originali, statue, quadri, stampe, il tutto esposto con rigore filologico, accompagnando il visitatore lungo un percorso stimolante ed avvincente che appassiona e convince.
Al centro della prima sala si trovano un libro ed una statua: una grammatica greca di Aldo Manuzio e una scultura greca restaurata da Tullio Lombardo, che vi aggiunge testa e braccia precedentemente perdute.
In un dialogo del 1503, Pietro Bembo immagina un colloquio fra il romano Pomponio Leto e il veneziano Ermolao Barbaro, due giganti della filologia umanistica della generazione precedente: davanti ad una statua mutilata, lamentano la crudeltà con cui il tempo ha infierito non solo sull’arte, ma anche sui testi antichi.
E’ quindi un dovere restaurarli!
Ermolao al centro del dipinto di Carpaccio (nella riproduzione qui sotto, con la tunica rossa che sorregge la veste del papa, volgendo lo sguardo altrove…) sarà per Aldo un esempio: le sue Castigationes Plinianae (1492-93) correggeranno centinaia di errori nelle precedenti edizioni a stampa della Storia Naturale di Plinio.
Una delle sale più godibili è quella dove sono esposte (in gran numero!) delle magnifiche stampe di quel libro esoterico-allegorico (da molti considerato il primo “graphic novel” della storia) conosciuto come: Hypnerotomachia Poliphili (cioè: “amoroso combattimento onirico di Polifilo”). Una vera epifania per qualsiasi bibliofilo (ma considerato “minore” da Manuzio stesso…).
Gallerie dell’Accademia, Venezia
Fino al 19 giugno 2016.