Le forcole sono gli scalmi (cioè gli appoggi per il remo nelle barche) che consentono la voga veneta. Possono essere di forma anche molto differente in base al tipo di barca su cui vengono utilizzati e alla posizione di voga.
La voga veneta nasce dalla necessità di muoversi con le barche lungo gli stretti rii veneziani, con il minimo ingombro possibile e la massima visibilità. Si voga infatti in piedi, rivolti in avanti, con una tecnica particolare, talmente originale da esser diventata una sorta di icona della città.
Il vogatore rema da in piedi, a poppa (quindi nella parte posteriore della barca), utilizzando un solo remo, appoggiato appunto sulla forcola, che svolge sia la funzione di spinta, sia di timone. Ma è proprio la conformazione della forcola che permette di ottimizzare la spinta, e di dirigere la barca nella direzione voluta. Si contano fino a otto diverse posizioni del remo sulla forcola, grazie alle quali la barca può filare via dritta, fare marcia indietro, stringere o allargare di fianco, frenare o procede in diagonale, tutto in pochi centimetri quadrati d’acqua.
La forma della forcola può variare in base a fattori estetici o all’uso cui è destinata, ma anche in rapporto alle caratteristiche fisiche del vogatore e al suo stile di voga.
Il tipo di legno utilizzato è, di solito, il noce, ma si prestano bene anche il ciliegio, il pero, l’acero e l’ulivo. La tecnica di taglio, che segue la venatura del legno, è essenziale per ottenere la base di partenza, la stela. Poi i pezzi vengono scortecciati e stagionati. La lavorazione vera e propria viene effettuata con la sega a nastro e l’ascia, prima di scolpire le curve alla morsa. Infine si rifinisce con raschietto e carta vetro. La forcola viene poi firmata, numerata e oliata.
I costruttori di forcole sono gli stessi che costruiscono anche i remi, e per questo vengono chiamati i remer. Questi erano associati in Scuola d’Arte già dai primi del Trecento. Oggi a Venezia resistono pochissimi remer, uno di questi è Saverio Pastor il cui laboratorio si trova nei pressi della Chiesa di San Gregorio a Dorsoduro.
My job
Follow us:
Meta
-
Articoli recenti
Archivi
- aprile 2022
- marzo 2022
- ottobre 2021
- settembre 2021
- agosto 2021
- luglio 2021
- giugno 2021
- aprile 2021
- marzo 2021
- giugno 2020
- agosto 2019
- giugno 2019
- Maggio 2019
- ottobre 2018
- settembre 2018
- agosto 2018
- giugno 2018
- aprile 2018
- marzo 2018
- gennaio 2018
- dicembre 2017
- novembre 2017
- ottobre 2017
- settembre 2017
- agosto 2017
- luglio 2017
- giugno 2017
- Maggio 2017
- aprile 2017
- novembre 2016
- ottobre 2016
- settembre 2016
- luglio 2016
- giugno 2016
- Maggio 2016
- aprile 2016
- febbraio 2016
- gennaio 2016
- dicembre 2015
- novembre 2015
- ottobre 2015
- settembre 2015
- agosto 2015
- luglio 2015
- giugno 2015
- Maggio 2015
- aprile 2015
- marzo 2015
- febbraio 2015
- gennaio 2015
- dicembre 2014
- novembre 2014
- ottobre 2014
- settembre 2014
- agosto 2014
- luglio 2014
- giugno 2014
- Maggio 2014
- aprile 2014
- marzo 2014
- febbraio 2014
- gennaio 2014
- dicembre 2013
- novembre 2013
- ottobre 2013
- settembre 2013
- agosto 2013
- luglio 2013
- giugno 2013
- Maggio 2013
- aprile 2013
- marzo 2013
- febbraio 2013
- gennaio 2013
- dicembre 2012
- novembre 2012
- ottobre 2012
- settembre 2012
- agosto 2012
- luglio 2012
- giugno 2012
- Maggio 2012
- aprile 2012
- marzo 2012
- febbraio 2012
- gennaio 2012
- dicembre 2011
- novembre 2011
- ottobre 2011
- settembre 2011
- agosto 2011
- luglio 2011
- giugno 2011
- Maggio 2011
- aprile 2011
- marzo 2011
- febbraio 2011
- gennaio 2011
- dicembre 2010
- novembre 2010
- ottobre 2010
- settembre 2010
- luglio 2010
- giugno 2010
Categorie
Paperblog
Links